Cosa abbiamo imparato dal futuro
Un rapporto dall'anno 2050
Nel 2024, la SIA ed espazium hanno organizzato i primi workshop del Forum Costruire il futuro. I partecipanti provenienti da tutta la Svizzera hanno cercato di definire i contorni delle professioni di domani. In attesa dei seminari del 2025, ecco le prime conclusioni.
Il primo workshop in lingua francese del Forum Construire l'Avenir del 28 agosto 2024 ha riunito una cinquantina di professionisti francofoni in un workshop online per riflettere su come si evolveranno le loro professioni nel 2050. Prendendo spunto dalla conferenza introduttiva tenuta da Philippe Thalmann, professore di economia presso l'EPFL, lo scenario proposto si basava su una moratoria delle nuove costruzioni a favore della ristrutturazione, dell'adattamento del patrimonio edilizio esistente e della coabitazione. Lo scopo di questo scenario era quello di rispondere alle sfide ambientali ed economiche poste dalla massiccia transizione necessaria da qui al 2050. Lo specialista ha spiegato, con dati alla mano, che l'attuale forza lavoro non è semplicemente sufficiente per portare a termine questo enorme progetto e che un rinvio degli obiettivi è inevitabile.
Il Prof. Thalmann ha presentato un quadro ambizioso e preciso: limitare la crescita delle superfici riscaldate in futuro, trasformare gli edifici esistenti per ospitare più abitanti e sviluppare settori di economia circolare. Ha inoltre sostenuto misure radicali come l'estrazione degli alloggi dai mercati finanziari e la promozione di modelli abitativi più collettivi. Queste proposte, supportate da dati oggettivi, hanno costituito la base dei workshop.
Il futuro nei progetti
I partecipanti sono stati poi divisi in gruppi multidisciplinari per elaborare progetti concreti basati su sei siti specifici della Svizzera francese, ognuno dei quali presentava una serie di problematiche come la riqualificazione, la conversione o l'abbandono. I progetti elaborati hanno dato prova di creatività, attingendo a concetti contemporanei attualmente poco sfruttati. Ecco alcuni esempi:
Ripensare il suolo pubblico: un sito sportivo è stato reimmaginato in due scenari: uno paesaggistico per migliorare la mobilità, l'altro incentrato sulla conversione dell'infrastruttura in spazi di coworking e orti urbani, pur mantenendo una vocazione pubblica.
Partendo da una diagnosi: di fronte a condomini fatiscenti del dopoguerra, sono state proposte analisi sociali, patrimoniali e di utilizzo degli spazi esterni per guidare una riorganizzazione cooperativa degli alloggi e migliorare la condivisione degli spazi.
Collettivizzare gli alloggi: un blocco urbano a Losanna è stato riprogettato per incorporare più spazi comuni, aumentare la densità d'uso degli appartamenti esistenti e coinvolgere i residenti nella governance cooperativa.
Recuperare il suolo: un sito militare è stato immaginato come un'area agroforestale autosufficiente, con edifici riallocati come centri agricoli e terreni incolti trasformati in coltivazioni, con il supporto di una gestione ecologica.
Cosa abbiamo in mente per il futuro...
Il workshop ha dimostrato l'importanza di mobilitare i professionisti del progetto nella pianificazione regionale, in particolare per la loro capacità di prevedere rapidamente scenari innovativi che integrino aspetti ambientali, sociali ed economici. Inoltre, ha messo in luce idee non ancora ampiamente applicate ma rilevanti, come la collettivizzazione delle modalità di governance e l'uso di modelli cooperativi.
Tuttavia, sono emersi anche alcuni limiti, in particolare la mancanza di riflessione visioni / progettualità sul coinvolgimento degli investitori privati, in parte legata al quadro dello scenario presentato. Nonostante ciò, i professionisti hanno confermato il loro ruolo essenziale e le loro capacità nella trasformazione dei luoghi. E per farlo, sono stati molto bravi a utilizzare... gli strumenti di oggi.
Da qui le domande che senza dubbio verranno sollevate nei prossimi workshop: dobbiamo sviluppare nuovi strumenti o iniziare ad applicare quelli che abbiamo oggi? Dovremmo coinvolgere altri esperti nei workshop o addirittura invitare dei committenti? O almeno presentare i risultati ai comitati politici e ai decisori che si occupano di questi temi?
Il ciclo di vita del futuro
La maggior parte degli scenari ha evidenziato l'importanza di sviluppare la nostra capacità di analisi e, soprattutto, di comprendere meglio il concetto centrale del ciclo di vita, che non è ancora sufficientemente sviluppato nella formazione e nella pratica. Quando deve essere ristrutturato un edificio? Come si può prolungare la sua vita? Come si possono progettare gli edifici per una futura conversione o smantellamento?
Come suggeriscono le recenti edizioni di TRACÉS di gennaio e febbraio, la stessa osservazione viene fatta in tutta Europa: troppi edifici vengono demoliti per motivi economici quando il loro ciclo di vita potrebbe essere prolungato. Nella primavera del 2025 continueranno i workshop del Forum Costruire il futuro, con tre incontri organizzati in tutta la Svizzera. In questa occasione, il tema del ciclo di vita sarà al centro dell'attenzione e ruoterà attorno a una domanda cruciale sulla quale invitiamo già sin d'ora i nostri lettori a riflettere: in futuro, dopo quanti anni di vita un edificio dovrebbe poter essere demolito?